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I VVF in guerra > I pompieri di Milano tra fascismo, guerra e resistenza
IL RICONOSCIMENTO DELL'OPERA SVOLTA DAI POMPIERI DI MILANO.
di Giuseppe MASCHERPA
La città, dopo i terribili bombardamenti dell'agorto '43, era un cumolo di macerie. Anche la maggior parte delle caserme del corpo aveva subito ingenti danni (otto delle nove sedi cittadine), tra queste la centrale di via Ansperto subì danni gravissimi e il distaccamento di viale Regina Margherita, colpito da una bomba dirompente, venne totalmente distrutto; rimasero uccisi il brigadiere Domenico Fassi (capo distaccamento) e il vigile Giosuè Pirola (1) (telefonista), queste furono le uniche vittime poichè tutti gli altri uomini stavano operando nel corso del bombardamento.
Nove furono i morti e circa duecento i pompieri feriti nelle dure operazioni di soccorso, soccorso che non venne mai a mancare neppure nei momenti di totale sbandamento del tessuto civile. Molte le gesta di coraggio, abnegazione, altruismo; tante situazioni incontrollabili, tante da essere norma, tante da non valere la pena di essere annotate, ma che trovarono tutte il loro riconoscimento nella Medaglia d'Oro al Valor Civile conferita al 52° Corpo dei Vigili del Fuoco di Milano con la seguente motivazione:
"in occasione di numerose incursioni aeree susseguitesi, nel corso del recente conflitto, su quella città, il 52° Corpo dei Vigili del Fuoco, confermando le sue valorose tradizioni, accorreva nelle zone colpite e, affrontando rischi gravissimi mercè l'ardimento e la perizia dei suoi componenti, alcuni dei quali perdevano la vita nell'adempimento del proprio dovere, si prodigavano incessantemente nelle operazioni di salvataggio, di soccorso ai feriti e di spegnimento degli incendi. Dava, così, ammirevole prova di esemplare coraggio, di audacia e sprezzo del pericolo"
(1) Vigili del fuoco, anno V, n°5, marzo 1943-XXI